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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

giovedì 31 dicembre 2009

Un 2010 migliore !


Siamo soliti dire: " Tanti auguri, perchè il prossimo anno sia migliore ". Ma pensiamoci bene: un anno potrà essere migliore solo se noi saremo migliori e lo sapremo costruire giorno dopo giorno con l'apporto del nostro lavoro ben fatto, con la nostra allegria che trasparirà dai nostri volti sorridenti, e col nostro amore verso chi ci circonda che lasceremo traboccare dal nostro cuore. Allora si che potremo avere la speranza certa che il nuovo anno sarà migliore .
Auguri, (nonno) Baffo

P.S. Il verde è il colore della speranza.

mercoledì 23 dicembre 2009

Con tutto il mio cuore !























Cerchiamo di metterci nei panni di uno dei personaggi presenti a Betlemme, presso la stalla che ospitò il Dio fatto uomo, col desiderio di fare compagnia a Maria e Giuseppe. E mentre siamo in silenziosa contemplazione del Bambin Gesù, io vi sussurrerò all’orecchio i miei più sinceri auguri per un Santo Natale.

(nonno) Baffo

giovedì 17 dicembre 2009

Sabato mattina (nonno) Baffo lascerà il Campus e nel pomeriggio volerà a casa per riabbracciare i suoi cari. La sua gioia è grande oltre che per la ritrovata salute fisica, soprattuto per il suo rientro in famiglia. Tanta è la sua gratitudine verso i medici, i fisioterapisti e i paramedici che hanno permesso, con la loro alta professionalità e le loro affettuose attenzioni, il recupero della sua capacità motoria. A presto...

Basta un dettaglio !



















Spesso basta un dettaglio per fare di una cosa semplice un capolavoro che arricchisce la nostra interiorità.Mi riferisco concretamente al sobrio presepe preparato sotto l'altare della cappella del Campus. Si tratta semplicemente di un tondo in terracotta, contornato da alcune stelle di Natale.
Mi sono avvicinato colla mia carrozzina a rotelle per osservare meglio i personaggi in rilievo che vi erano rappresentati. E con mia meraviglia vi ho scoperto un gesto riservato di tenerezza e di amore da parte di San Giuseppe nei riguardi di Maria : la sua mano sinistra appogiata delicatamente sulle spalle della Madonna, quasi a dire: "stai tranquilla che quì ci sono io a proteggerti ". E' bastato all'artigiano che lo ha realizzato, questo piccolo dettaglio, come dicevo, per fare, ai nostri occhi, di un piccolo presepe un grande capolavoro.

domenica 13 dicembre 2009

Reimparando a camminare...

Fig. : La palestra per la riabilitazione.


Ci eravamo lasciati alle ore 17 del 19 novembre al mio risveglio dall'anestesia generale per il mio intervento. Il successivo giorno 23 sono stato dimesso dal reparto di chirurgia ortopedica per essere trasferito nel padiglione attiguo al Campus, il Cesa, dove sono sottoposto da quel giorno e lo sarò ancora fino a non so quando, spero prima di Natale, ad un programma intensivo di riabilitazione fisioterapica, nella palestra di questa struttura, che mi dovrebbe dare la possibilità del recupero motorio minimo per essere autonomo, e per lasciare l'ospedale con l'uso delle stampelle. Per il momento ho in dotazione una sedia a rotelle, che mi dà la possibilità di un certo movimento, e che mi permette di andare in giro all'interno del reparto di fisiatria. Questo è solo un preambolo per darvi la possibilità di collocarmi nel tempo e nello spazio, e per potervi raccontare poco alla volta alcune delle numerose belle storie che ho vissuto in questi giorni di degenza, al di là del mio essere un semplice paziente. Le definirei "cronache dal Campus"

Michela va al lavoro di buon'ora, con mammma e papà.


Questa è una di queste belle storie che vi ho preannunciato:

La notte, già prima del ricovero, per mia abitudine, io dormivo poco, per cui sono un tipo molto mattiniero; questa abitudine qui in ospedale si è chiaramente esasperata. Per cui alle 6,30 mi avventuro, con la mia carrozzina, per i corridoi deserti del reparto e raggiungo la cappella, che si trova al 2° piano, con un comodo ascensore, per pregare un po' e chiedere al Signore pazienza per questa mia situazione. Verso le 7 ridiscendo con lo stesso ascensore al piano terra, dove c'è il bar, per fare la classica colazione con cappuccino e cornetto. E' stato così, che fin dal giorno dopo il mio ricovero, tornando dal bar alla mia stanza al 1° piano, ho notato un insolito movimento, data l'ora e mentre fuori era ancora quasi buio, di piccoli bambini tutti bellissimi, che venivano accompagnati, chi in carrozzina, chi in passeggino, chi per mano, per essere consegnati ad una giovane donna in un locale del 1° piano appunto. Incuriosito ho chiesto ad una ragazza, che doveva essere la mamma, che ritornava, dopo aver lasciato una bimba di circa un anno, cosa ci fosse dietro quella porta dai vetri smerigliati. La risposta è stata che quello era l'asilo aziendale del Campus, dove lei lavora come infermiera, e che quella mattina iniziava il suo turno delle 7. Con un misto tra stupore e meraviglia sono tornato alla mia stanza ripromettendomi di saperne di più. Il giorno dopo verso le 6 del pomeriggio mi sono ritrovato vicino all'asilo in mezzo ad un gruppo di giovani genitori e piccoli bambini, dei quali mi ha sorpreso la serenità e l'allegria dei loro volti, e tra questi enitori Cristina, una delle giovani fisioterapiste che ci segue in palestra, che teneva per mano Chiara, una bellissima bambina di quasi 2 anni che saltellava felice e sorridente, dicendo alla mamma che sarebbero dovute andare subito a casa per fare festa al nonno che faceva il compleanno e fargli gli auguri con un "happy birthday", pronunciato in maniera perfetta.
A questo punto ho preso la palla al balzo, poichè avevo trovato chi avrebbe potuto chiarire i miei interrogativi, e le ho chiesto di parlarmi di quell'asilo, che frequentava sua figlia, nei dettagli. L'esauriente racconto che me ne ha fatto Cristina come genitore e le notizie attinte direttamente dalla maestra della scuola materna Simona, un giorno che sono andato a visitare l'asilo, che è adiacente alla palestra della fisioterapia, per coglierene dal vivo l'atmosfera che vi si respira, mi ha messo nelle condizioni di descrivervi questa singolare struttura nelle sue svariate articolazioni.
Innanzi tutto perchè singolare, perchè si tratta di un asilo aziendale che non si limita al semplice parcheggio dei bambini, e perchè si trova nel cuore stesso della struttura in cui lavorano i fruitori di questo asilo. Questo prezioso servizio alle famiglie è a disposizione di tutti quei piccoli bambini , da 0 a 5 anni, i cui genitori lavoravo a diverso titolo nel Campus Bio-Medico: medici, paramedici, fisioterapisti, personale amministrativo, generici. La retta è accessibile e varia in rapporto al reddito familiare. L'asilo accoglie lattanti da 0 ad 1 anno, bambini svezzati da 1 a 2 anni, e prosegue con 3 classi di scuola materna da 3 a 5 anni. Apre le sue porte, dal lunedì al venerdì, la mattina alle 6,45 per chiuderle alle 18, ed è chiuso per ferie solo 3 settimane in agosto. Ciò per favorire i genitori nei vari turni di lavoro a partire dal primo turno che inizia alle 7. Pensate: queste piccole creature vengono condotte al nido o alla scuola materna, dovendosi svegliare alle 6 del mattino. Ma mi sono reso conto che l'umore dei genitori che li consegnano al personale che deve prendersene cura , è sereno e allegro nella certezza che li lasciano in un luogo che è un ambito allargato della loro famiglia. L'asilo realizza dunque un equilibrato bilanciamento tra vita e lavoro dei suoi dipendenti che il Campus persegue in coerenza con quei valori su cui fonda il proprio operato, che è quello di mettere la persona al centro delle proprie priorità. L'asilo si avvale di spazi per l'accoglienza, di una zona ludico-ricreativa, di un'aria di riposo attrezzata(per lattanti, semidivezzi e divezzi), di una zona pranzo e di vari spazi di servizio, oltre ad un giardino per i giochi all'aria aperta nei giorni di bel tempo. L'asilo è inoltre dotato di una cucina professionale dove si preparano menù studiati da un nutrizionista. L'offerta educativa poi è garantita dal Cefa, un ente morale regionale legalmente riconosciuto, fondato da genitori che si sono associati per promuovere e gestire scuole dove i figli vengono educati coerentemente con i valori vissuti in famiglia. Tutto ciò mette i bambini nella certezza di vivere sotto lo stesso tetto dove i genitori lavorano senza sentirsi abbandonati in mani estranee, e i genitori nella certezza che l'asilo è la naturale estensione della loro famiglia. Quindi genitori che svolgono il loro lavoro in piena serenità senza inutili ansie, e bambini che accettano in piena serenità di essere curati ed educati da persone vicine alla loro famiglia. E' proprio l'uovo di colombo.
Da tutti questi dati ho chiaramente percepito il perchè del disteso clima di serenità ed allegria che regna sia fra i genitori che fra i loro figli, fin dal momento che li ho incontrati quella prima mattina, incontro che ha provocato in me stupore e meraviglia.
Quando di un progetto in generale e di uno educativo in particolare, si hanno chiari gli obiettivi di fondo e li si vuole perseguire con amore, il risultato non può essere che questo.
Il nome dato dell'asilo: "Primavere del Campus", non poteva essere più appropriato.
La conferma di tutto ciò l'ho avuta durante queste mattine andando di buon'ora al bar per la colazione, dove ho avuto la possibilità di conoscere Michela una bella e simpatica bambina, di appena 8 mesi, con i suoi genitori Gabriella e Stefano. La piccola sta seduta sorridente e con lo sguardo da furbetta al centro di uno dei tavoli del bar, circondata da mamma e papà che fanno colazione, beandosi della loro piccola creatura, che ottiene ogni tanto una briciola di brioche. La mia amicizia con loro è nata spontaneamente, avendo come argomento di conversazione naturalmente quello dei figli. Fare le coccole a Michela, che ricambia sempre con un allegro sorriso, è quasi d'obbligo per tutti gli avventori del bar a quell'ora del mattino. Finita la colazione ognuno di noi, avendo fatto una ricarica di serenità, dopo esserci salutati, si avvia alla propria occupazione: io verso la palestra per reimparare a camminare, Stefano fisioterapista per insegnarci a farlo, Gabriella a prendersi cura dell'accettazione dei pazienti del Campus, e la piccola Michela al nido del piano superiore, dove in tutta allegria va ad imparare, in maniera del tutto naturale, come si diventa adulti .
Questo incontro quotidiano con Michela, mi ha riportato alla memoria una frase di un giovane sacerdote, che ho incontrato mentre mi trovavo in vacanza la scorsa estate , a cui mostravo la foto del mio nipotino: " Tutti noi dovremmo cominciare ogni nostra giornata", mi diceva, "dopo aver guardato con intensità il volto di un piccolo bambino, ed aver letto nei suoi occhi ingenui tutta la bellezza che c'è al mondo ".

lunedì 7 dicembre 2009

Da un blog all'altro !

1sorriso, affettuosa frequentatrice del mio blog e puntuale commentatrice dei miei post mi ha fatto il gradito dono di una fiaba sulla notte di Natale. Dopo averla letta ho sentito subito il bisogno di condividerla con tutti voi. Mi è sembrato giusto prima di farlo di chiederle il permesso, dal momento che mi ha detto che è forse sua intenzione di pubblicarla sul suo blog; mi ha risposto che dal momento che me ne aveva fatto dono non doveva darmi alcun permesso.
Eccovi allora la bella favola che ha veramente rallegrato il mio cuore:


Le due sinfonie


“E «appena gli Angeli si furono allontanati per tornare al cielo» (Lc 2,15), ne restò uno in terra con una missione speciale: quella di favorire il sonno del Bambino. Perché non si creda che il piccolo neonato fosse diverso dagli altri. La prima notte, poi...

La prima notte, dopo aver permesso a Maria e Giuseppe di addormentarsi, il piccolo Gesù si mise a frignare. Come dicono gli antichi cantari, «Maria lo cullò, Giuseppe gli parlò», e Lui si addormentò; ma, come gli antichi cantari non dicono, quasi subito si ridestò e riprese a piangere.

A questo punto l’Angelo entrò in azione: da un magico turibolo che si era portato appresso cavò una nube di suoni approntata da tempo con speciale cura. Era o non era il soprintendente generale dei cori angelici (Troni, Dominazioni e Potestà)? In quella piccola nube aveva distillato la quintessenza dei suoni soprannaturali, a noi ignoti ma - per quei pochi santi che hanno avuto il privilegio di udirli - di una bellezza ed armonia indicibili; ad essi aveva poi unito, con sapiente dosaggio, le misteriose melodie e i contrappunti delle sfere celesti in una serie di accordi soffici e solenni che, per non far torto a nessuno, aveva colto da tutte le galassie e tutti gli spazi siderali.

Fu quindi assai stupito quando il Bimbo, dolcemente avvolto da quel magico involucro, continuò a gnaulare come se nulla fosse.

L’Angelo aveva preparato un’arma di riserva, ma non pensava di doverla utilizzare: un’altra nube, molto più eterea, formata da altissimi pensieri, cognizioni eccelse, concetti trascendenti, un tipo di musica, insomma, a noi del tutto sconosciuta e che per la verità neppure lui conosceva troppo bene dato che, essendo un Angelo cantore, non era del tutto esperto in mistica metafisica. Ma nemmeno quest’onda divina ebbe un qualche effetto.

L’Angelo, a questo punto, ebbe il dubbio che qualcuno - forse il Demonio - avesse scambiato il Bimbo nella mangiatoia e che invece del Figlio di Dio vi giacesse un qualunque figlio d’uomo.

Ma ebbe a ricredersi quando, dal soffitto della grotta, cadde una goccia. Non per terra, ma in una scodella di rame che si trovava là per caso. «Dong!» fece la goccia, e il Bimbo tacque. Poi uno spiffero di vento iniziò a sufolare fra le assi sconnesse della porta e, benché all’Angelo quel suono paresse banale, al Bimbo piacque perché agitò le manine in segno di gioia. Allora la natura della notte, che aveva assistito allibita alle performances dell’Angelo, alimentò i mille suoni che ne abitano il silenzio: il fruscio delle foglie di un gelso, un lontanissimo gracidare di rane, i veloci mordenti di alcuni grilli, il basso continuo di un gufo immalinconito, il respiro di Maria e i sospiri di Giuseppe.

Il Bimbo taceva estasiato. Quelle onde sonore, che all’Angelo parevano così povere, lo facevano scendere nella vertigine di un sonno profondo e pacificato. Con le manine strette, gustò per un attimo ancora quei frammenti di silenzio e suono pregustati sin dall’eternità e poi si addormentò.

L’Angelo volò via arrossendo. Si era infatti accorto di non aver capito l’essenziale della nascita del Figlio, che ora era uomo e totalmente uomo, e per il quale la sua lambiccata e preziosissima sinfonia non valeva una nota sola della sinfonia terrestre, tanto desiderata sin dall’inizio dei tempi.”


P.S.Dal libro "Fiabe della Notte Santa" di Piero Gribaudi.